sabato 24 settembre 2011

Haruki Murakami "Norwegian wood Tokio blues"

Certe canzoni nascondono mondi che neppure immagineresti, certi libri sono una canzone che l'autore continua a sussurrarti all'orecchio mentre leggi.
E' sulle note dei Beatles che Tòru Watanabe rievoca, nel non luogo perfetto, un aereoporto, il suo passaggio dall'adolescenza all'età adulta.
E' un ragazzo Tòru, come molti.
Appassionato di letteratura americana, perennemente in bilico tra l'essere e l'apparire, tra la "normalità" e il disperato tentativo di identificarsi con gli "altri".
E' sospeso, come ogni giovane uomo.
Porta con sè il senso di vuoto che lascia il suicidio di Kizuki, il suo migliore amico. Una morte senza perchè.
Sa che la vita è dolore e perdita e non ci sono alternative: o la si rifiuta, o la si accetta nel suo intrecciarsi di bene e male, divenire e finire.
Proprio questo divario rappresentano le due figure femminili del romanzo: la dolce e fragile Naoko(fidanzata dell'amico Kizuki) e l'esuberante Midori, che lo attraggono con la stessa intensità.
Sarà la vita, infine,a decidere per lui.
Quella vita che, come Murakami fa dire a Tòru, non è qualcosa di opposto alla morte, ma ne è una parte intrinseca.
Consigliato a chi porta sempre negli occhi un pò di nostalgia.

Einaudi,Collana Super Et, 379 pag., 2006

Nessun commento:

Posta un commento