giovedì 19 luglio 2012

Mistificazioni e misticanze



Non lo nego.

Coltivavo in me la segreta speranza di diventare una mistica, anche solo per essere finalmente apprezzata dai miei familiari.

E qualche ora fa tremavo di gioia!
Improvvisamente nell'aria ho avvertito un soave profumo!

Ho subito escluso l'effluvio che lanciavano le melanzane ripiene preparate da mia madre, il Glade di quelli che vogliono fare la cacca da Paolo(a proposito Paolo, sicuramente dopo Santo Stefano ci vediamo), la colonia Denim di mio padre.

Cazzo! ho pensato (anche se questo non è proprio il linguaggio adatto alla mia posizione di aspirante mistica, ma ho tempo per espungere il male dal mio spirito), sarà il famoso profumo di Padre Pio, quello che possono sentire solo i più devoti!

E LUI ha scelto ME fra schiere di uomini che si battono il petto invocando il SUO nome!

Entro in assetto monacale, mi metto una pashmina in testa a mo' di velo e chiamo mia madre, per renderla partecipe di questo grande momento.

"Mammamammamamma! Senti anche tu questo profumo? E' un profumo di fiori! Poi dite che in questa casa sono l'unica dimenticata da Cristo! Questo è il profumo di Padre Pio!"

E lei, con un sorriso sardonico:"Ho spruzzato un pò di Autan, che poi dici che le zanzare ti mangiano!"
Non ho parole.



Comunque, Amen.

Mi darò all'uncinetto.


(Mark Ryden, Saint- Barbie)

venerdì 13 luglio 2012

E così vorresti fare lo scrittore? di Charles Bukowski


C'era una volta una lei, bella, giovane ed invincibile.
Una lei che amava forte e spaventava, ma non sapeva fare altrimenti.
C'era una volta un lui, bello, giovane ed invincibile.
Si portava addosso i colori della sua terra, le strade sterrate delle campagne sarde.
Lei voleva fare la scrittrice.
Lui voleva fare lo scrittore.
Si impastavano le vite, lui con la farina, lei al telefono con gente annoiata.
E la sera dopo l'amore, leggevano.
Bukowski. Hank. Buk.
"E così vorresti fare lo scrittore?".
Si che lo volevano, cazzo.
Ma scrivere di cosa, se c'era già chi parlava per loro?
Charles l'aveva raccontata la vita.
Aveva urlato la sua rabbia in un bicchiere, trascinato le sue scarpe lontano, cercato voracemente l'amore fra le gambe di molte.
Aveva pianto guardandosi i segni allo specchio, sognato di poter volare senza morire mai, desiderato un altro corpo e un'altra faccia, sentito la paura travolgerlo mentre si massacrava le dita sulla macchina da scrivere.
Aveva rinunciato alle certezze della vita per un tetto di stelle, puntato danaro su cavalli creduti vincenti, consegnato lettere prima che tutti smettessero di scriversi.
Aveva disperatamente cercato di essere diverso per poi scoprirsi uguale a tutti gli altri.
Aveva compreso che la vita è uno scherzo beffardo e che “se non riesci a ridere/ delle avversità insormontabili/ che tutti sopportiamo mentre/ cerchiamo di capire/ e di sapere/ allora/ sicuramente riposerai/ senza pace/ nella/ bara.”
Non si è fermato mai Hank, anche quando la malattia lo divorava e la birra non bastava mai.
Ha dato le risposte, quelle vere, a lei, a lui, a te, a me.
Loro non hanno smesso, nè di scrivere, nè di farsi domande e tu, non credere a quelli che ti dicono che la poesia è morta, che non vale niente.
Senza Buk sapresti come giocarti questa partita? 

ma quando un uomo sta soffrendo non pensa in modo lucido,/ va in cerca solo di guai/ peggiori./ e/ li trova.


Charles Bukowski
E così vorresti fare lo scrittore?
Guanda Editore


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lunedì 9 luglio 2012

Ritrovarsi. Forse.





Il silenzio di una casa vuota.
La confortante sicurezza del buio.
Io. 
Il mio corpo. 
Il deserto.
"Ci sei o sei stata inghiottita da te stessa?" ti chiedi.
"Ci sei?", ti chiedi ancora.
E apri le mani, fletti le dita curiose.
Vuoi sentirti. 
Vuoi esplorarti. 
Vuoi toccarti. 
Vuoi riconoscerti.
Chiudi gli occhi.
La pelle morbida e calda scorre sotto i tuoi polpastrelli.
Accarezzi il tuo collo, lo sfiori appena.
Circumnavighi i tuoi nei, che improvvisamente ti sembrano pieni di significato.
Disegni la forma dei tuoi seni e senti i tuoi capezzoli risvegliarsi, dolcemente.
E scivoli verso il basso, giocando con il tuo ombelico, tracciando mille piccoli cerchi concentrici, uno dentro l'altro.
Senti un brivido correre lungo la tua schiena.
E allarghi le gambe piano, lasciando che le tue dita si avvicinino al centro del tuo universo, al tuo fuoco.
Il cuore ti batte. Fortissimo.
Un calore inaudito rimbalza sulle pareti di te, lasciando affogare le tue piccole rosse e pulsanti labbra in una leggerissima spuma marina.
Senti il sangue fluire velocemente, il respiro diventare affannoso.
Il cuore ti batte forte. Fortissimo.
E ci sei.
Si, ci sei.
Esisti. E lo senti.
No, non sei la brutta copia di te stessa.
Non ancora.

martedì 3 luglio 2012

Quando che certe cose ormai le sai.


E'scientificamente provato che se uno dei tuoi familiari ti vede lavare il bagno,  attenderà che tu abbia finito per dichiarare candidamente:"Madò, c'ho da cacare".



[Hegel]


(Pure lui c'aveva i suoi problemi.)