venerdì 27 aprile 2012

Dio la benedica, dottor Kevorkian di Kurt Vonnegut



Ci sono notti in cui abbandonarsi fra le braccia  di Morfeo è difficile.

Specie quando sai cosa c'è che non ti fa dormire.
Ce la raccontiamo, è vero, che siamo solo di passaggio, che solo l'anima conta e quello che abbiamo seminato lungo la nostra strada, che siamo parte di un ciclo e che ritorniamo sotto forma di energia, che forse andiamo in un posto migliore.
Non lo so. 
So che ho guardato sul mio comodino e la copertina acida di “Dio la benedica Dottor Kevorkian” di Kurt Vonnegut mi sorrideva.
Non potevo scegliere libro più adatto.
Un visionario, folle e brillantissimo scrittore che conduce interviste immaginarie nell'aldilà.
Come? Attraverso l'esperienza premorte.
Aiutato dal Dottor Kevorkian (il famoso Dottor Morte) si fa un viaggetto fino alle porte del Paradiso e poi ritorna.
Parla con Adolf Hitler, che vorrebbe essere perdonato; con William Shakespeare potentemente offeso per Giulietta e Romeo con la Paltrow; con Salvatore Biagini, morto per aver salvato il suo cane dall'aggressione di un altro animale più forte. 
Esilarante, provocatorio, amaro e disarmante questo libro sa trattare con delicatezza il tema della fine, mettendo da parte tutte le belle favolette che ci hanno raccontato e lasciando via libera a quello che tutti sogniamo dopo: scegliere di avere per sempre l'età in cui siamo stati più felici.


Kurt Vonnegut
Dio la benedica, dottor Kevorkian
minimum fax

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