martedì 10 gennaio 2012

Le idi di Marzo e le Calende greche.

Quando il tuo fidanzato fa l'ingresso in casa per la prima volta durante le feste natalizie, se sei pugliese, sai bene che si riverseranno in visita quei giorni tutti i parenti possibili ed immaginabili.
Cugini di quarto grado, zii d'America senza eredità, perfino gente che credevi morta e di cui pensi, cercando furiosamente, di aver conservato la pagellina.
Cosa fai allora per evitare che lui capisca quale provenienza abbiano le tue radici?
Lo porti al cinema, ovvio.
A vedere GeorgeDentiera Clooney nelle Idi di Marzo.
Béh.
Siamo in uno di quei tipici stati americani il cui nome porta confusione nella pronuncia quasi quanto Massachusetts: insomma, in Ohio (leggasi: Oaio).
GeorgeDurbans Clooney è il candidato favorito alle primarie ed è tutto un: "Libertè, egalitè, fraternitè", un "macchine ecologiche che funzioneranno con i panni swiffer usati" e "io sono il vostro uomo", sventolando a destra e a manca la sua mugghiera e i chili di avorio rubato ai bracconieri dal suo dentista.
C'ha pure uno staff pieno di gggìovani, che lui li vuole aiutare tutti, perchè è un generoso, un uomo di famigghia!
Il suo addetto stampa, tale Ryan Gosling, in effetti viene proprio voglia di aiutarlo.
Io stessa, durante tutto il film, ho pensato ai mille modi in cui aiutarlo, ma non ve li posso dire.
Sembra tutto bellissimo, sembra tutto come dovrebbe essere.
Gente in visibilio, truccatori professionisti, stagiste gnocchissime e disponibili, palchi pieni di bandierine rubate ai tramezzini della mia comunione, insomma un sogno.
E invece no!
Perchè GeorgeLagodiComo Clooney ci vuole dire che la politica è marcia, che ti porta a fare terribili compromessi tipo non lavarsi le mani dopo essere andati in bagno, usare un pullman sgarrato per girare l'Ammèriga, che gli addetti stampa sembrano ingenui all'inizio, ma sono malvagi, che le giornaliste alle quali suggerisci notizie per fare scoop ti incastrano alla grande se non stai attento, ma soprattutto che le stagiste ingravidate morte suicide possono usare i cellulari dall'aldilà mentre tu presenti il tuo programma elettorale.
Giorgio, dai, ma proprio a noi che abbiamo avuto un nano da giardino al governo fino all'altro giorno ci vuoi raccontare queste cose?
Mèh.
Comunque questo film finisce che cadono tutti in piedi, come al solito.
Solo a me è rimasta la frustrazione di non aver potuto urlare a Marisa Tomei di farsi uno shampoo.

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