lunedì 9 luglio 2012

Ritrovarsi. Forse.





Il silenzio di una casa vuota.
La confortante sicurezza del buio.
Io. 
Il mio corpo. 
Il deserto.
"Ci sei o sei stata inghiottita da te stessa?" ti chiedi.
"Ci sei?", ti chiedi ancora.
E apri le mani, fletti le dita curiose.
Vuoi sentirti. 
Vuoi esplorarti. 
Vuoi toccarti. 
Vuoi riconoscerti.
Chiudi gli occhi.
La pelle morbida e calda scorre sotto i tuoi polpastrelli.
Accarezzi il tuo collo, lo sfiori appena.
Circumnavighi i tuoi nei, che improvvisamente ti sembrano pieni di significato.
Disegni la forma dei tuoi seni e senti i tuoi capezzoli risvegliarsi, dolcemente.
E scivoli verso il basso, giocando con il tuo ombelico, tracciando mille piccoli cerchi concentrici, uno dentro l'altro.
Senti un brivido correre lungo la tua schiena.
E allarghi le gambe piano, lasciando che le tue dita si avvicinino al centro del tuo universo, al tuo fuoco.
Il cuore ti batte. Fortissimo.
Un calore inaudito rimbalza sulle pareti di te, lasciando affogare le tue piccole rosse e pulsanti labbra in una leggerissima spuma marina.
Senti il sangue fluire velocemente, il respiro diventare affannoso.
Il cuore ti batte forte. Fortissimo.
E ci sei.
Si, ci sei.
Esisti. E lo senti.
No, non sei la brutta copia di te stessa.
Non ancora.

2 commenti:

  1. esistere, che bella e dolce fatica ogni giorno.
    ciao

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  2. (mi) sento, dunque sono. E la storia, non solo del pensiero, sarebbe stata un'altra...

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