giovedì 28 giugno 2012

Le cose che non so dire.


Per me Roma sa di rinascita.

Sa di aria nuova.

E’ il cercarsi e il non ritrovarsi mai, nelle strade, nell’architettura dei palazzi, nel cielo inclemente che sembra voler contenere tutti gli umori del mondo nelle sue nuvole.
E’ il cercare di memorizzare ogni particolare.

E’ il perdersi in un quadro di Corot e di Van Gogh e ridere del povero De Chirico.

E’ guardarti mentre con gesti di consumata consuetudine metti su il caffè e mi chiedi come ho dormito e se ho fatto uno dei miei sogni strampalati.

Roma è fare la spesa da Conad suscitando la curiosità di un vecchiarello del quartiere.
“Signorina, è la seconda volta che ci incontriamo nel giro di poche ore. Lei è molto carina. Ma non è di qui, vero? Il suo accento me lo conferma.”
E’ inventarsi una storia verosimile, perchè i fatti miei non te li dico, vecchietto impiccione.

Roma è sedermi a fumare davanti alla finestra ed osservare le bottiglie di plastica anti piccioni che fiammeggiano al sole.
E’ cucinare per te e con te, lamentarmi delle tue pentole, regalarti il cestino per il bagno che non userai mai.

E’ guardarti mentre ti radi, ti spogli, ti lavi i denti.
E’ il non riuscire a dormire dopo la serata più lunga della mia vita, perchè tu stai russando e il tuo divano mi toglie la vita.

E’ il sapere di potermi addormentare al sicuro, anche se al sicuro non lo sono mai.
E’ quel volto, il tuo.

Che mi sembra di conoscere in ogni sua piega,ogni suo colore, ogni sua perfetta imperfezione.

E invece non lo so, non lo so mai davvero.
E mi piace, tanto.










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